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Rozzano Capitale italiana della cultura, la lettera aperta del sindaco

Il sindaco Mattia Ferretti invia una lettera alle associazioni e realtà cittadine che hanno contribuito alla candidatura di Rozzano al titolo di Capitale italiana della cultura 2028  

Data :

16 dicembre 2025

Rozzano Capitale italiana della cultura, la lettera aperta del sindaco
Municipium

Descrizione

"Una sfida che nasce da una visione chiara e da una responsabilità collettiva, maturata in un lungo percorso di ascolto, partecipazione e rigenerazione civica”. Inizia così la lettera scritta dal sindaco Mattia Ferretti e rivolta a tutte le realtà che hanno condiviso con l’amministrazione comunale i valori della candidatura di Rozzano a Capitale italiana della cultura 2028. 

La lettera prosegue illustrando le ragioni per cui Rozzano si è candidata, con un progetto ambizioso che completa gli investimenti nazionali e si pone in linea con le strategie regionali ed europee. Il metodo scelto parte dal basso, dalla partecipazione, da un’idea di cultura che genera fiducia e costruisce cittadinanza. 

Ecco i passaggi più salienti della lettera. 

Rozzano non ha presentato un semplice dossier, ma un progetto nazionale,Rozzano 2028 – La cultura oltre i luoghi comuni”, che riguarda una delle sfide più importanti del nostro Paese: la trasformazione culturale delle periferie urbane.

La nostra è una città unica nel panorama italiano: quasi il 50% della popolazione vive in edilizia residenziale pubblica, un dato senza eguali in Italia. Quella che per decenni è stata percepita come una fragilità diventa oggi la leva principale per costruire un nuovo modello culturale. 

La candidatura si inserisce direttamente nel quadro delle politiche nazionali per le periferie, in particolare il Piano Caivano Bis, che riconosce Rozzano come territorio prioritario per investimenti su scuole, oratori, impianti sportivi e quartieri popolari. La nostra città interpreta anche la visione condivisa dalla strategia regionale lombarda sulla rigenerazione urbana e giovanile e dal New European Bauhaus, integrando bellezza, inclusione e sostenibilità in un’unica direzione.

Il processo di candidatura si è costruito dal basso con il “Laboratorio Rozzano 2028” che ha coinvolto oltre 200 soggetti culturali tra associazioni, scuole, artisti, giovani e professionisti e si fonda sul principio che la cultura cura, cuce le ferite materiali e simboliche, genera fiducia, costruisce cittadinanza.  

Il programma culturale è articolato su sette assi: Rigenera, Si Riscatta, Ricuce, Cresce, Crea, Gioca, Cura, e prevede diverse azioni che riguarderanno l’arte pubblica nel quartiere ALER, le pratiche di dialogo interculturale e interreligioso, la rigenerazione di cortili e spazi comuni, la creatività giovanile e le imprese culturali, i progetti educativi diffusi per 10mila bambini e ragazzi, oltre ad una nuova alleanza tra cultura, sport e salute attraverso Humanitas, Brera, Accademia Scala.

Una candidatura, insomma, che non chiede solo di essere valutata ma di essere riconosciuta come un’occasione nazionale. Rozzano rappresenta oggi un punto di osservazione privilegiato sulle sfide e sulle possibilità dell’Italia contemporanea. La nostra città vuole dimostrare che la cultura può essere infrastruttura di futuro, capace di trasformare fragilità in energia sociale, e periferie in luoghi centrali della vita culturale del Paese.

La nostra è una città unica nel panorama italiano: quasi il 50% della popolazione vive in edilizia residenziale pubblica, un dato senza eguali in Italia. Quella che per decenni è stata percepita come una fragilità diventa oggi la leva principale per costruire un nuovo modello culturale. 

La candidatura si inserisce direttamente nel quadro delle politiche nazionali per le periferie, in particolare il Piano Caivano Bis, che riconosce Rozzano come territorio prioritario per investimenti su scuole, oratori, impianti sportivi e quartieri popolari. La nostra città interpreta anche la visione condivisa dalla strategia regionale lombarda sulla rigenerazione urbana e giovanile e dal New European Bauhaus, integrando bellezza, inclusione e sostenibilità in un’unica direzione.

Il processo di candidatura si è costruito dal basso con il “Laboratorio Rozzano 2028” che ha coinvolto oltre 200 soggetti culturali tra associazioni, scuole, artisti, giovani e professionisti e si fonda sul principio che la cultura cura, cuce le ferite materiali e simboliche, genera fiducia, costruisce cittadinanza.

Il programma culturale è articolato su sette assi: Rigenera, Si Riscatta, Ricuce, Cresce, Crea, Gioca, Cura e prevede diverse azioni che riguardano l’arte pubblica nel quartiere ALER, le pratiche di dialogo interculturale e interreligioso, la rigenerazione di cortili e spazi comuni, la creatività giovanile e le imprese culturali, i progetti educativi diffusi per 10mila bambini e ragazzi, oltre ad una nuova alleanza tra cultura, sport e salute attraverso Humanitas, Brera, Accademia Scala.

Una candidatura, insomma, che non chiede solo di essere valutata ma di essere riconosciuta come un’occasione nazionale. Rozzano rappresenta oggi un punto di osservazione privilegiato sulle sfide e sulle possibilità dell’Italia contemporanea. La nostra città vuole dimostrare che la cultura può essere infrastruttura di futuro, capace di trasformare fragilità in energia sociale, e periferie in luoghi centrali della vita culturale del Paese.

 

Ultimo aggiornamento: 16 dicembre 2025, 15:30

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